Dopo gli studi lascia la Sicilia e si stabilisce a Roma, dove l'incontro con Alberto Burri gli cambia la vita, scoprando la materia e la forma ovale: da allora in poi questa forma incavata e in rilievo è diventata la protagonista della sua pittura tridimensionale. Essa dona delle nuove percezioni visive, con la sua superficie monocromatica che cambia con il variare della luce: Simeti, staccandosi gradualmente dall'uniformità della tela, arriva alla realizzazione di opere piene di profondità e di movimento. Negli anni Ottanta realizza per Gibellina una scultura molto lineare, una lastra di traventino al posto della solita tela (Impronta, lastra di pietra del 1980), dove l'artista trasferisce il suo plasticismo geometrico ovale. Dagli anni '90 si trasferisce definitivamente a Milano, da dove lavora ed espone in tutta Europa, Stati uniti ed Asia.